mercoledì 28 gennaio 2015

Famose 'n giro pe Roma - Le Mura Aureliane - Parte I


Qualche giorno fa, nella redazione del greve ci si annoiava terribilmente, la crisi molte volte non è solo economica, ma anche mentale, la voglia di fare lotta energicamente per emergere ma alcune volte viene sconfitta da un nemico molto comune; la pigrizia. Serviva un qualcosa, un'azione, anche semplice da intraprendere, che mettesse fine a quella fase di stallo, improvvisamente un'idea apparve chiara e limpida nelle nostre menti annebbiate, “famose 'na bella camminata”,  cosa c’è di più semplice e liberatorio di una bella camminata per Roma. Ma dove? 
Per fortuna la capitale risponde facilmente a questa domanda, la città con il suo centro storico (il più grande del mondo) ha molto da offrire, parchi, ville, passeggiate archeologiche, e molte altre cose, ma noi cercavamo qualcosa di più greve, una sfida! Guardando la mappa della città non tardammo a trovare la soluzione, cosa circonda Roma oltre al Grande raccordo anulare?

Le mura Aureliane.
Chi abita a Roma sa perfettamente di cosa parlo, quotidianamente le incontriamo e attraversiamo le sue porte, ma molte volte queste mura millenarie non ricevono l'attenzione che meritano.
L' idea di base era semplice, percorrere a piedi tutti i 19 km (e qualche spiccio) di mura e scoprire la sua storia.
Girovagando per la rete, ci siamo subito accorti di non essere stati i primi ad intraprendere l'impresa, le mura Aureliane non sono poi così tanto dimenticate come pensavamo, hanno un museo (vai al sito ufficiale) e molte pagine dedicate, vabbè, non faremo nulla di nuovo, ma lo faremo a modo nostro, in modo greve.



Informazioni di base.
Le mura Aureliane costruite circa 1730 anni fa, e, ampliate e ristrutturate molte volte nel corso dei secoli, si snodano per 19 km e chiudono al suo interno il cuore antico della città, ogni 30 metri di muro si intervallano torri a base rettangolare e si aprono 14 porte principali più molte altre secondarie (oggi per alleggerire il traffico sono state aperte numerose “brecce”), in alcuni punti, le mura arrivano a toccare i 15 metri di altezza, insomma un opera impressionante, che calcolando l’assenza dei moderni macchinari diventa ancora più impressionante, “gli antichi romani ce sapevano fare, mica ceppa”
La struttura si mantiene molto bene, a parte l’abbandono e il degrado di alcuni tratti (sul degrado di Roma ci si potrebbe scrivere un enciclopedia di imprecazioni).
Non volendo far cadere il lettore in una profonda noia, elencando tutte le caratteristiche tecniche, la dettagliata storia, date, nomi e peli del culo del penultimo imperatore che ristrutturò le mura, se volete approfondire i tecnicismi troverete tutto in rete, c’è google… usatelo!

Si parte!
Per praticità e perchè ci andava così, il punto di partenza di questo lungo viaggio poteva essere solo Piazzale Flaminio, con la sua monumentale Porta Flaminia o Porta del Popolo, da qui inizia, come in tutte le porte, un strada consolare di Roma, la Flaminia. Il luogo è punto d'incontro per romani e turisti, orde di persone di ogni tipo attraversano la porta ogni giorno, di conseguenza vi si trovano anche decine di venditori di rose e gadget generalmente inutili (cambiano periodicamente, adesso và di moda il braccietto telescopico per farsi i selfy) vi si trovano inoltre molti artisti di strada e vista la variegata fauna urbana anche interessantissimi “casi umani unici”.
Per quanto riguarda la parte storica, la porta fu ricostruita nel 500, inizialmente il progetto della facciata esterna fu affidato popodimenoche a Michelangelo, ma forse dato che a Pio IV il nome dell’artista sembrava troppo banale, riassegnò il lavoro a Nanni di Baccio Bigio. La facciata interna invece fu realizzata da un altro artista con i contro cazzi famoso, Gian Lorenzo Bernini. Insomma la Porta del popolo è un poco conosciuto gioiello della città.


Abbandonando l’affollata porta del popolo, per seguire le mura senza rischiare di essere falciati senza pietà dalle auto, ci si immerge in villa Borghese, il tratto in questione è l’odiato Muro Torto, qui centinaia di romani e non, si sono trovati imbottigliati nel traffico, intrappolati tra la silenziosa villa borghese e un muraglione cupo e minaccioso, il muro Torto.
Il nome Torto, fu dato ad una sezione delle mura mai restaurata dal V sec. e che ancora oggi si piega verso l’esterno, sembra sempre pronto a crollare. Il perchè non sia mai stato restaurato è molto curioso, nel V sec. la sezione in questione franò e creò una breccia, vista la minaccia dei Goti, Belisario, il generale bizzantino al comando nella difesa della città, decise di restaurare e chiudere la breccia ma il popolo romano si oppose. Infatti una leggenda narra che lo stesso San Pietro avrebbe difeso personalmente quel punto di muro e che quindi era un affronto al santo riparare il danno. Ora non si sa per certo se San Pietro tra un caffè e du' battute in paradiso sia sceso veramente a difendere la città con le sue micidiali chiavi rotanti, sta di fatto che in 1500 anni nessun nemico approfittò della breccia.
Un'altra curiosità sul Muro Torto è la sua misteriosa e oscura fama, che gli diedero addirittura il nome di “muro malo”. Qui da tempi antichi, fino alla fine del 800, venivano gettati e seppelliti tutti quei morti “scomodi” non amati dal regnante o dalla morale comune o dalla religione. Prostitute, criminali, assassini, infedeli non battezzati, streghe, condannati a morte, i mejo insomma.
In questo tratto di strada nei secoli si sono accumulati molti avvistamenti di spiriti e fantasmi.


Ulteriore curiosità macabra riguarda i suicidi, infatti in questo tratto di muro era usanza suicidarsi, usanza non molto gradita dai governanti della città che negli anni applicarono delle reti antisuicidio ancora visibili.

Se vi si ferma inspiegabilmente la macchina o siete coinvolti in strani incidenti, sapete il perché!
Avete fatto incazzare un fantasma.




Subito dopo l’oscuro muro Torto usciamo da villa Borghese e troviamo una nuova porta.
Porta Pinciana. L’atmosfera dell’aria cambia radicalmente, la famosa e chic via Veneto finisce nello spiazzale della porta, con i suo hotel a 12 stelle, i ristoranti e le boutique alla moda, la zona è frequentata principalmente da facoltosi uomini d’affari o turisti denarosi.

La porta è chiamata anche porta Belisaria (sempre il generale di prima nella foto sotto) la leggenda vuole che Belisario, cazziato da Giustiniano caddè in disgrazia e che qui nei pressi della porta, ormai vecchio e cieco chiedesse l’elemosina, a testimonianza della cosa un incisione medievale ormai scomparsa enunciava ”Date obolum Belisario”.
Ovviamente Belisario morì ricco e grasso, ma come molto spesso accade la leggenda è più interessante della verità.





Qui vicino si combattè anche un storica battaglia, il sempre presente Belisario con una manciata di prodi uomini vinse la temibile armata dei goti composta da 150000 spietati guerrieri. Anche qui la leggenda esagera un po le cose, ma a noi ce piace esagerare.

Un altra curiosità su porta Pinciana è che nel 1974 fù impacchettata da Christo e la socia Jeanne Claude, ovviamente non parliamo del famoso figlio di Dio, ma del’artista ononimo che appunto amava impacchettare enormi strutture.
In progetto c'era anche l'impacchettamento di Ponte Sant'Angelo, ma l'opera non venne mai realizzata.
Se il signor Christo e l'ormai defunta Jeanne Claude vi incurosiscono quanto hanno incuriosito noi, qui un bello speciale di Rai-Arte



Data la lunghezza dell’argomento (ste mura so proprio lunghe) il cammino sarà diviso in tappe, quindi non perdete la seconda puntata.